Santo Stefano di Camastra

Santo Stefano di Camastra, cittadina di circa 5.000 abitanti a 70 m s.l.m. è un piccolo centro della provincia di Messina, ma quasi al limite con quella di Palermo, che, confinando al nord con il Mar Tirreno, si presenta come un naturale terrazzo sul mare.

Il paese prende la sua denominazione dal monastero benedettino di Santo Stefano in Valdemone, chiesa sorta in epoca normanna e oggi identificabile con il Santuario del Letto Santo, posto in cima al Monte Santa Croce a 874m sul livello del mare.

Il primo nucleo abitativo deriva quindi da una naturale aggregazione di vassalli e di villani che lavoravano alle dipendenze del monastero di Santo Stefano nella terra di Mistretta.

All’inizio della sua storia Santo Stefano era un casale, ovvero un insediamento rurale disorganico legato giuridicamente al centro più importante di Mistretta con il quale formava unico territorio.

Da qui la denominazione di Santo Stefano di Mistretta che manterrà dal secolo XI, data della sua presunta edificazione, fino al secolo XVII, periodo in cui Santo Stefano cambiando la sua localizzazione geografica cambierà anche il proprio assetto giuridico-amministrativo e la propria vocazione economica-commerciale.

Intorno alla seconda metà del 1600, Santo Stefano diventa una terra, ovvero una realtà territoriale indipendente dal punto di vista economico, giuridico e amministrativo.

Ma l’anno che segna la svolta decisiva è il 1682, anno in cui due copiose frane, provocate da una serie di lunghe e abbondanti piogge, resero necessario l’abbandono del vecchio sito e lo spostamento dell’impianto urbano più a valle in prossimità del mare, nelle terre di proprietà di don Giuseppe Lanza Barresi.

E sarà proprio Giuseppe Lanza Barresi, Duca di Camastra, la figura di rilievo in questo importante momento storico.

Ottenendo dalla corona spagnola, il 30 marzo 1683, la licentia aedificandi et populandi, ovvero una concessione che gli consentiva di scegliere liberamente dove e come riedificare il paese, si fece infatti promotore della ricostruzione del nuovo centro urbano.

Il disegno urbanistico del nuovo paese, ricostruito in località “Piano del Castellaccio”, fu affidato all’ingegnere militare Carlos de Grunenbergh, collaboratore del Duca di Camastra e progettista di numerose fortificazioni in Sicilia, il quale realizzò un impianto urbanistico con schema geometrico, ovvero un rombo circoscritto all’interno di un quadrato.

Don Giuseppe Lanza da questo momento sarà insignito del titolo di

Principe della terra di Santo Stefano di Mistretta, che successivamente assumerà ufficialmente la denominazione di Santo Stefano di Camastra, in suo onore.

Cambiando l’ubicazione geografica Santo Stefano sarà caratterizzato da una sorta di metamorfosi anche dal punto di vista economico, cambiamento quest’ultimo, che servirà a riscrivere la sua storia: da pastori e allevatori i nuovi abitanti si accosteranno, fino a farla propria, all’arte ceramica, che oramai da secoli rappresenta l’essenza di questo paese, conosciuto nel mondo come “La Città della Ceramica”.

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Santo Stefano di Camastra (ME)

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